Perché studiare musica classica con il bandoneón? Composizione grafica con J.S.Bach, uno spartito e un bandoneón.

Un repertorio che fa bene anche al tango.

Nonostante sia indissolubilmente legato al tango, il bandoneón nasce in Germania come strumento per il folklore e la musica popolare e nel corso degli anni si è prestato a moltissimi generi. Uno di questi è la musica “classica”.

Sia che tu studi il bandoneón bisonoro, sia che tu ti dedichi al bandoneón cromatico, lo studio della musica classica può dare un contributo fondamentale alla tua formazione ed espressività con il bandoneón.

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Definiamo Musica Classica

Più si studia e si conosce la musica classica, più ci si rende conto che questo termine è del tutto inadatto per definire un genere che attraversa almeno otto secoli di musica e che dovrebbe accomunare stili completamente diversi tra di loro.

Tuttavia per la discussione in questo articolo prendiamo per buona l’interpretazione universalmente compresa e accettata:

col termine musica classica ci si riferisce alla musica colta, sacra e profana, composta o avente radici nel contesto della cultura occidentale. Essa abbraccia approssimativamente un arco di tempo che comincia dall’XI secolo e si estende fino al XX secolo o, a seconda delle convenzioni, fino all’età contemporanea.

I Precursori in Germania

Quando il bandoneón era uno strumento piuttosto comune in Germania (fino agli anni ’50) era abbastanza normale affrontare con questo strumento brani tratti dal repertorio classico. Per fare un esempio possiamo citare il virtuoso Walther Pörschmann. Qui sotto è possibile ascoltare una registrazione di Pörschmann di un celebre brano classico, la Danza Ungherese n. 5 di Brahms.

Walter Pörschmann suona la Danza Ungherese n.5 di Brahms al bandoneón.

Ci sembra interessante far notare inoltre che nei metodi di studio per bandoneón editi in Germania tra gli anni ’20 e gli anni ’60 era assai comune proporre lo studio di brani classici. Qui sotto riportiamo alcuni esempi tratti dal metodo Bandonion Schule di Heinz Schlegel, edito dalla Harth – Musik – Verlag sul finire degli anni ’50.

Esempio di repertorio classico con bandoneon tratto da un metodo di bandoneon tedesco degli anni Cinquanta.
Esempio 1Chanson Triste Op. 40 n.2 di P. Tschaikowsky, tratta da Bandonion Schule di H. Schlegel.
Esempio di brani classici per bandoneon pubblicati in Germania dalla Verlag negli anni Cinquanta.
Esempio 2: Catalogo di brani “classici” per bandoneón, ed. Verlag (Germania, fine anni ’50).

Fraseggi, cadenze, linguaggio musicale


Lo studio della musica “classica” e dell’evoluzione del linguaggio musicale aiuta a capire meglio anche la musica moderna. i fondamenti del linguaggio musicale sono comuni a tutti gli stili, pertanto studiare e comprendere tali fondamenti costituisce la formazione del musicista.

Il bandoneonista che suona tango ritroverà quindi fraseggi e cadenze anche nella musica classica, così come tutti gli altri elementi propri del linguaggio musicale. È necessario uno studio sufficientemente approfondito per concettualizzare e contestualizzare tali elementi, ma tale studio è a vantaggio di qualsiasi stile o genere si scelga poi di perfezionare.

Dal punto di vista storico l’evoluzione della musica occidentale è sintetizzabile nel percorso (o nei percorsi) della musica “classica”. Riteniamo che sia quindi fondamentale essere formati anche dal punto di vista storico e musicologico; per un musicista questo significa conoscere i periodi storici e i corretti stili d’esecuzione, i processi che hanno portato a un determinato stile, l’evoluzione che ne è seguita, aver studiato diverse opere di vari periodi e saperle correttamente eseguire ed interpretare.

Tecnica

Lo studio della musica “classica” col bandoneón comporta alcune sfide tecniche che sono interessanti anche per chi suona altri stili, tango compreso. La soluzione di certi problemi tecnici da’ solidità, disinvoltura e sicurezza sullo strumento a beneficio anche del tango e di qualsiasi altro genere musicale.

Personalmente crediamo che a volte certi musicisti abbiano paura di imparare un certo stile perché pensano che questo condizioni la loro formazione e impedisca loro di apprendere stili diversi. Se questo succede, è perché la tecnica appresa è limitativa e riduttiva, o non è stata capita. Una tecnica generale valida deve essere applicabile a qualsiasi stile il musicista desideri affrontare, dando la possibilità di trovare soluzioni ai problemi che lo stile comporta, qualora tali soluzioni non siano già contenute nella tecnica stessa.

La tecnica corretta è quella che conduce verso la libertà e l’indipendenza musicali.

La tradizione del bandoneón classico in Argentina

In Argentina negli anni d’oro del tango non era comune eseguire in pubblico brani classici con il bandoneón; molti grandi bandoneonisti ne avevano diversi in repertorio ma erano più che altro per studio personale e “domestico”.

Composizione di immagini: a sinistra il maestro di bandoneon Alejandro Barletta, a destra il maestro di bandoneon Rodolfo Daluisio.
Sinistra: Alejandro Barletta; destra: Rodolfo Daluisio.

Fanno eccezione in questo senso i maestri Alejandro Barletta (video) e in particolare il maestro Rodolfo Daluisio, che hanno dato rilevanza al cosiddetto bandoneón classico, ne hanno mostrato le grandi possibilità tecniche ed espressive durante innumerevoli concerti e hanno perfezionato la tecnica dello strumento in questa direzione.

Il maestro Daluisio esegue Preludio e Fuga in Sol maggiore dal Clavicembalo Ben Temperato di J.S. Bach.

Il maestro Daluisio in particolare ha creato una pedagogia del bandoneón e definito i singoli aspetti tecnici ed espressivi, permettendone così la concettualizzazione la trasmissione oggettiva. In questo modo la tecnica che lui insegna diventa facilmente applicabile a qualsiasi genere e stile musicale, sia esso classico, contemporaneo o tango.

Troviamo infine interessante far notare come anche altri grandi bandoneonisti del passato dessero importanza al repertorio classico come parte del percorso di formazione del musicista.

Pensiamo per esempio a Pedro Maffia, primo docente della cattedra di bandoneón del Conservatorio di Buenos Aires, che inserì nel programma moltissimi brani classici prendendo (in parte) a modello il percorso di studio del pianoforte.

Conclusioni: esiste il bandoneón classico?

Personalmente riteniamo che parlare di bandoneón tanguero piuttosto che di bandoneón classico sia piuttosto fuorviante e controproducente. Se è vero che tango e repertorio classico sono due stili diversi, è comunque pericoloso creare una dicotomia che in realtà non esiste, se non come limite nella testa di chi crea tale divisione.

Pertanto non troviamo una ragione valida del perché un bandoneonista “tanguero” dovrebbe rinunciare a studiare musica “classica”, o viceversa.

Esiste quindi il bandoneón classico? No, a nostro parere non esiste, se non come repertorio e percorso di studio che migliora il musicista, che è formativo anche per altri generi e che ha comunque bisogno anche di altri linguaggi per essere a sua volta compreso e perfezionato.

Insomma, per un bandoneonista suonare tango fa bene al repertorio classico e suonare repertorio classico fa bene al tango, così come a qualsiasi altro genere.

Per riassumere il senso dell’articolo troviamo perfetta una frase del grande Duke Ellington (uno che di musica ci capiva qualcosa): ci sono solamente due generi musicali, la buona musica e tutto il resto.

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